LA LUCE RINATA NUOVE PROPOSTE PER IL RESTAURO E LA MUSEALIZZAZIONE DELLE VETRATE STORICHE

Martedì 30 aprile –18.30-20.00  | Sala Sottani

LA LUCE RINATA
NUOVE PROPOSTE PER IL RESTAURO E LA MUSEALIZZAZIONE DELLE VETRATE STORICHE
Nell'immaginario comune il vetro rappresenta una delle sostanze più dure e inalterabili prodotte dall'uomo. Eppure il passare dei secoli, gli agenti atmosferici e le particelle inquinanti, disciolte nelle piogge o sospese nell’atmosfera, rendono le vetrate artistiche che ornano ed impreziosiscono numerosi complessi storici, soggette a un costante deterioramento, specie se posizionate in modo da venire in contatto con l’esterno.
L'esperienza della riproduzione della grande vetrata dipinta attorno al 1288 da Duccio di Buoninsegna per l’oculo absidale del Duomo di Siena, ha permesso a Francesco Mori, pittore, storico dell’arte, e collaboratore della ditta Mellini vetrate e mosaici d’arte, di mettere a punto con successo una nuova tipologia operativa per il restauro, la valorizzazione e la conservazione delle vetrate antiche. Nel 2006 l’istallazione dell’originale della grande vetrata duccesca nei locali del Museo dell’Opera della Metropolitana senese ha reso infatti necessaria la realizzazione di un "doppio" della "fenestra rotunda magna", per la quale si richiedeva la massima fedeltà possibile all’illustre prototipo, fin nell’ultimo dettaglio, comprese le cadute di colore, le abrasioni, le patine e tutti i segni del tempo presenti sul mosaico vitreo del XIII secolo. Anche la parte stilistica doveva corrispondere esattamente al modello, non solamente per ciò che riguarda le linee principali del disegno, ma anche per ciò che concerne la conduzione e la forma delle minute pennellate con cui il capostipite della grande pittura senese strutturava il chiaroscuro. Questi segni si caratterizzano per la loro tendenza ad assottigliarsi terminando con una forma appuntita e per la scioltezza del tratto, il quale tende generalmente ad assecondare il modellato.
Questo bagaglio di conoscenze acquisite sul campo saranno oggetto di una conferenza nei locali del Salone del Restauro 2024. Nel corso dell’evento intendiamo proporre questa pista sperimentale anche per altri contesti monumentali che conservano vetrate antiche. L'operazione di duplicazione dello status quo degli originali è stata infatti ulteriormente rielaborata, fino a giungere ad un'altra interessantissima ipotesi: quella di sostituire le
vetrate danneggiate o consunte dal tempo con delle nuove opere, le quali, a partire dalle tracce superstiti della pittura antica, dalla conoscenza approfondita dallo stile dell'autore, della corrente pittorica di cui è  esponente e del periodo storico ad esso coevo, si approssimino, con la massima verosimiglianza possibile, alla forma primigenia dell’originale.
Questo tipo di operazione è reso possibile dalla sinergia tra uno storico dell'arte-pittore, Francesco Mori, e la grandissima artigianalità patrimonio
della ditta Mellini vetrate e mosaici d’arte, la quale ha a disposizione, stoccata nei propri depositi, una vastissima gamma di lastre di vetro
soffiate a bocca (avente le stesse caratteristiche dei soffiati storici) e un personale più che esperto nella selezione delle cromie più prossime a
quelle dei modelli da riprodurre, nel taglio delle singole tessere, nella cottura della grisaglia e nella tessitura dei singoli pezzi con il profilato in
piombo a sezione ad H. A tal proposito, al fine di esemplificare concretamente quanto appena descritto, saranno anche mostrati i pannelli delle copie "ripristinate" di alcune vetrate quattrocentesche del Duomo di Firenze. Questo tipo di operazione implica più vantaggi: 1) preservare le vetrate
antiche da ridipinture interpretative arbitrarie, che spesso producono significative alterazioni; 2) ripristinare l'effetto cromatico e pittorico
dell'opera nel contesto della sua collocazione; 3) rendere possibile la musealizzazione degli originali, consentendo l’osservazione ravvicinata
anche dei dettagli più minuti, non apprezzabili a distanza. Inoltre, mostrandosi in tal modo ciò che più si avvicina allo stato primigenio
dell’antico, anche il restauratore può essere messo in grado di comprendere meglio le tracce superstiti della grisaglia sulla materia vitrea
e di capire il modo più corretto per impostare gli interventi di pulitura e conservazione degli originali, in uno stimolante processo inverso che parte
da ciò che verosimilmente poteva essere per giungere a capire meglio come intervenire sul conservato. Anche gli storici dell'arte potrebbero
beneficare di questa prassi interagendo con gli artisti incaricati di riportare in vita un doppio perfetto dell’antico, acquisendo così una comprensione
più profonda degli aspetti stilistici e tecnici dell’oggetto dei loro studi. Nel corso della conferenza verrà anche illustrata, tramite una proiezione
PowerPoint, la ricostruzione di una bottega medievale di lavorazione del vetro.

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